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lunedì 15 febbraio 2010

Effetto farfalla..

E per una volta qualcosa di serio, o almeno qualcosa da riporre, a mio parere, in quei fascicoli etichettati da tutti come degni di assurgere ad una condizione di utilità immediatamente tangibile.
É tutta una questione di non poter renderci conto di ciò che facciamo, delle possibili conseguenze di bruciare una pianta, ma anche solo di scrivere queste strane formule, di bere un caffè, muoverci o restare fermi. Si perchè ciò è banale ma per limiti Laplaceani siamo costretti a concentrare la nostra attenzione su limiti di prevedibilità circoscritti.
Morire, bere una cocacola o una cioccolata calda hanno apparentemente ricadute visibili in quanto non così lontane nello spazio e nel tempo da apparire inizialmente incontrollabili.
E c'è chi lo chiama effetto farfalla, chi, come un Enrico Mentana dal tono austero si limita a commentare giorno per giorno ciò che non vorremmo sapere forse con un pizzico di preveggenza, ma a questo punto ritengo di aver oltrepassato, già dal secondo periodo di questo pseudomonito, quel paletto che i più di cui parlavo pongono al "contenente serietà".
Detto ciò vi ripropongo il tutto dopo aver ridatogli una rapida lettura e rassicurandovi del fatto che almeno del morire per cause a noi non imputabili non dovremo mai avere il rimorso di non aver potuto prevedere il gesto di quell'azione.

Grazie.







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