patptat

venerdì 9 aprile 2010

A sangue freddo.

Ahah..rido e celo risate.
forse questa è una di quelle poche volte in cui la ridondanza utile non dovrebbe affascinarmi, eppure, con quel finto timore che mi assale ogni volta, mi vedo costretto a buttar giù macchie virtuali d'inchiostro del cui spessore mi accingerò a rifletter in circostanza nuove.
Ed ora quando davvero i tempi sono lunghi spezzoni che so già di non poter assaporare, ora quando tutto ciò che ho davanti appare piccolo ed inconsistente, ora quando, di contro, ciò che mi insegue si fa minaccioso e non più titubante, ora non riesco davvero a pendere per le decisioni più innoque.
La paura di ciò che non conosco sembra non essere tale, ma il pensiero ch'essa non può vestire altre vesti si fa prepotente nella mia mente e mi costringe e voltare lo sguardo a puntare gli occhi d'innanzi a me, ma in terra.
E non so se sia solo un vecchio stallo da superare nella solita maniera, da temere falsamente, da godere in futuro con la superiorità ironica di chi è felice secondo etimi e semantiche che adoro conferire alle cose.
I consigli si fanno turbolenti e la loro intenzione di cambiare seppur in maniera 'planckiana' il mio modo di fare mi disturba la vista, mi altera i sensi, mi ucciderebbe (e perdonatemi l'ultima inconsistenza).
Scritti da leggere e replicare si fanno confusi ora. Addolcivano effettivamente situazioni spiacevoli, ma alla luce di quanto detto paiono avere il solo scopo di confondere ancor di più pensieri da riordinare in tempi più nuovi.
E comportamenti strani sono solo il lato subdolo della mia normalità.


The perfect form


A sangue freddo.

Ahah..rido e celo risate.
forse questa è una di quelle poche volte in cui la ridondanza utile non dovrebbe affascinarmi, eppure, con quel finto timore che mi assale ogni volta, mi vedo costretto a buttar giù macchie virtuali d'inchiostro del cui spessore mi accingerò a rifletter in circostanza nuove.
Ed ora quando davvero i tempi sono lunghi spezzoni che so già di non poter assaporare, ora quando tutto ciò che ho davanti appare piccolo ed inconsistente, ora quando, di contro, ciò che mi insegue si fa minaccioso e non più titubante, ora non riesco davvero a pendere per le decisioni più innoque.
La paura di ciò che non conosco sembra non essere tale, ma il pensiero ch'essa non può vestire altre vesti si fa prepotente nella mia mente e mi costringe e voltare lo sguardo a puntare gli occhi d'innanzi a me, ma in terra.
E non so se sia solo un vecchio stallo da superare nella solita maniera, da temere falsamente, da godere in futuro con la superiorità ironica di chi è felice secondo etimi e semantiche che adoro conferire alle cose.
I consigli si fanno turbolenti e la loro intenzione di cambiare seppur in maniera 'planckiana' il mio modo di fare mi disturba la vista, mi altera i sensi, mi ucciderebbe (e perdonatemi l'ultima inconsistenza).
Scritti da leggere e replicare si fanno confusi ora. Addolcivano effettivamente situazioni spiacevoli, ma alla luce di quanto detto paiono avere il solo scopo di confondere ancor di più pensieri da riordinare in tempi più nuovi.
E comportamenti strani sono solo il lato subdolo della mia normalità.


The perfect form


lunedì 5 aprile 2010

Freddo

E dopo giorni così, dopo tempi che vedi scorrere come palle calciate a caso e al caso, dopo sconosciuti elementi che si rincorrono e ci rincorrono a celare chissà quali istituzioni, qui arriva il momento di abbassare il volume, di avvolgere ed impacchettare desideri più o meno attesi.
I tempi si accorciano e mentre chi conta le ore attende risposte, chi le serva e le sfrutta teme forse quelle stesse risposte.
E formule ricorrenti in discorsi figuranti matrioske danno suoni che sconosciuti divengono lievi e noti, adagi, rispettabili, quasi rispettati.
Eppure l'abitudine è sempre stata la mia arma migliore da sguainare lentamente, lontano dal condividerla con gli altri, eppure ora come ora, pur riuscendo a servarvi fiducia temo che i tempi possano essere davvero troppo fuori dalla mia portata.
E ancora si rincorrono in mente possibili passi induttivi troppo spinti da rincorrere, troppo banali o forse troppo poco da poter essere dispiegati in un gioco di macchie e spazi.

Ad ogni modo non mi stancherò mai di condannare qualcosa con qualcosa.

Freddo

E dopo giorni così, dopo tempi che vedi scorrere come palle calciate a caso e al caso, dopo sconosciuti elementi che si rincorrono e ci rincorrono a celare chissà quali istituzioni, qui arriva il momento di abbassare il volume, di avvolgere ed impacchettare desideri più o meno attesi.
I tempi si accorciano e mentre chi conta le ore attende risposte, chi le serva e le sfrutta teme forse quelle stesse risposte.
E formule ricorrenti in discorsi figuranti matrioske danno suoni che sconosciuti divengono lievi e noti, adagi, rispettabili, quasi rispettati.
Eppure l'abitudine è sempre stata la mia arma migliore da sguainare lentamente, lontano dal condividerla con gli altri, eppure ora come ora, pur riuscendo a servarvi fiducia temo che i tempi possano essere davvero troppo fuori dalla mia portata.
E ancora si rincorrono in mente possibili passi induttivi troppo spinti da rincorrere, troppo banali o forse troppo poco da poter essere dispiegati in un gioco di macchie e spazi.

Ad ogni modo non mi stancherò mai di condannare qualcosa con qualcosa.
"sprintrade network"