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sabato 20 febbraio 2010

Cubi..

E non sei più qui. No, alcun rimpianto d'amore o simili sciocchezze. Giusto (con un po' di quel seme d'oltremanica) constatazione di perenni e pendolari stati d'inconsistenza. Capita d'altra parte. E il banale (ormai diventato forse troppo ricorrente) accompaga quegli stolti sentimenti di consapevolezza del poter fare e di potenza di non voler fare che solo fino a pochi minuti fa erano per me translitterazioni di una felicità non gratuita.
Eppure la bellezza che troviamo nello smantellare convinzioni e convenzioni è qualcosa di straordinario. Ritrovarci nell'errore di pensare banalmente è altrettanto straordinario. E non mi curo delle ripetizioni pesanti e pleonastiche, non mi curo della pochezza del mio linguaggio che vuol apparire elitario, non mi curo ancora di ciò che l'insensatezza del mondo (e della gente?) cova e affigge nelle menti dei più. É tutto davvero molto strano. Non cedo a simili tentazioni eppure i miei limiti sono davvero molti (non troppi).
E l'apparente nonsense di questo discorso si muove su pentagrammi invadenti con pause e ritmi che mi drogano la mente, m'intorpidiscono gli arti, mi spingono i muscoli e i nervi fuori da queste membra troppo (davvero) pesanti da sostenere, troppo poco forti per sostenere.
E ora con le immagini crude che mi pizzicano gli occhi non ho più il diritto di abbandonarmi al mio sonno.

É impossibile dividere un cubo in due cubi..


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